Oculista Antonio Messina

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Glaucoma


Con il termine Glaucoma definiamo un aumento della pressione endoculare che compromette la salute del nervo ottico, una delle maggiori cause di cecità nel mondo occidentale. E’ una malattia subdola, non accompagnata da sintomi premonitori che si manifesta solo quando il danno è irreversibile. Ecco perché è indispensabile una diagnosi precoce di glaucoma per prevenire la perdita della vista. La terapia del glaucoma in genere consiste nella riduzione farmacologica del tono endoculare.
 

Il glaucoma si manifesta normalmente nell’età adulta oltre l’età dei 40 anni. Particolare attenzione va attribuita ai fattori ereditari oltre all’ipertensione arteriosa, al diabete e ad altre patologie sistemiche.
 
Occorre distinguere tra il glaucoma ad angolo aperto e il glaucoma ad angolo chiuso. Le persone affette da glaucoma ad angolo aperto   generalmente non si rendono conto della perdita di campo visivo periferico. I sintomi del glaucoma ad angolo chiuso, invece, sono ben evidenti perché hanno un esordio acuto con la pressione oculare che sale molto e rapidamente da portare talvolta a dei veri attacchi   di glaucoma acuto.
 
E’ necessario pertanto effettuare visite di controllo periodiche dove il medico oculista può stabilire se il nervo ottico presenta alterazioni sospette per il glaucoma ed in caso fare una valutazione dello spessore delle fibre del nervo ottico mediante OCT, che rappresenta il segno attualmente più precoce per la diagnosi di questa malattia. La misurazione della pressione endoculare non è più considerato un criterio sufficiente per la diagnosi precoce di glaucoma, in quanto questa può anche essere nei limiti della normalità (glaucoma a pressione normale).
 
La terapia può essere medica, chirurgica o para chirurgica (intervento laser).
 
Il glaucoma si cura all'inizio con vari colliri che riducono la pressione oculare e con delle sostanze che proteggono il nervo ottico. Solo in caso di insuccesso della terapia medica si può intervenire con un trattamento Laser o a seconda dei casi, con un intervento chirurgico.  
 
La terapia medica è basata sull'uso di colliri che hanno la funzione di ridurre la produzione di umor acqueo o aumentarne l'eliminazione. Attualmente le sostanze più usate sono i betabloccanti, gli inibitori dell'anidrasi carbonica (fra cui l'acetazolamide), gli alfa stimolanti e le prostaglandine in uso da 15 anni. Purtroppo le alterazioni del campo visivo dovute ai danni del nervo ottico non possono essere recuperate con nessuna terapia. Questa serve soltanto a fermare la malattia, evitando un ulteriore danno della visione e quindi allontanando la cecità.
 
Il Laser può essere indicato in tutti i casi di glaucoma ad angolo aperto o ad angolo chiuso ma non è quasi mai risolutivo. Abbassa la pressione oculare che i colliri non riescono più a controllare permettendo, così, di rimandare di qualche anno l’intervento chirurgico che è più traumatizzante.
 
Per quanto riguarda la chirurgia, l'intervento ha lo scopo di migliorare il deflusso dell'umor acqueo ma talvolta può rappresentare un rischio di peggioramento del campo visivo e della vista.
È indispensabile, pertanto, che il paziente glaucomatoso si sottoponga a controlli della pressione ad intervalli brevi (ogni 2-3 mesi) e ad intervalli più lunghi, al controllo del campo visivo, alla tomografia del nervo ottico e all’esame OCT dello spessore delle fibre nervose e delle cellule ganglionari dell’occhio.
Il glaucoma è una malattia cronica che si può stabilizzare ma da cui attualmente non si può guarire.
 
 

                   
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